Dipende da quale formazione. Quella che trasmette prescrizioni, procedure, detta comportamenti probabilmente sì, è inutile. Quella abilitante, di ampio respiro, atta a fornire non schemi di comportamento predefiniti, ma mappe per orientarsi ed esplorare territori sempre mutevoli e cangianti, no.
Una formazione utile a far aumentare la sicurezza serve ad acquisire la capacità di porsi correttamente in situazioni di crescente incertezza, consapevoli delle proprie possibilità di scelta e delle connesse responsabilità che ciò comporta.
La formazione deve far crescere complessivamente le persone, deve contribuire alla capacità di essere protagonisti in una società che cambia a ritmo esponenziale.
La formazione quindi o è “umanistica”, cioè pone al centro la persona e usa i contenuti per favorirne lo sviluppo, o non è.
Dipende dalle modalità con cui la si eroga. Ma ciascuno apprende a modo suo. Kolb - ma non solo Kolb - lo ha spiegato con efficacia. Non basta conoscere e usare una sola metodologia. È necessario padroneggiare un mix di stimoli che permettano di raggiungere ciascuno dei partecipanti.
Ma soprattutto dipende da un prerequisito: l’elemento dirimente è costituito dalla coerenza organizzativa tra le enunciazioni di principio e le strategie dell’impresa. Essa deve confermare quotidianamente e costantemente il proprio interesse al “buon” lavoro e dimostrarlo con scelte concrete.
Un modo per farlo consiste nel mettere a disposizione dei lavoratori (ma proprio di tutti, anche di quelli che operano in appalto in modo da evitare segnali contraddittori) degli strumenti interattivi di diffusione attraverso i quali far pervenire ai lavoratori informazioni sempre “fresche”, utilizzabili quando serve e dove servono.
È opportuno che essi siano bidirezionali (up down, bottom up) in modo da permettere ai lavoratori stessi di contribuire al miglioramento della sicurezza aziendale e di inviare a loro volta segnalazioni e contributi. L’applicazione concreta di quanto appreso nelle sessioni formative rafforza l’efficacia della formazione e valida sul campo quanto appreso in aula.
Quindi strumenti quali Help’s Navigator servono, non solo a gestire correttamente la sicurezza, a trasmettere informazioni e a capitalizzare i momenti di formazione pregressa, ma indirettamente a renderla più efficace.
E adottarli conferma, più di ogni dichiarazione teorica, l’interesse dell’impresa per la sicurezza.
Renata Borgato
Formatrice Senior. I suoi corsi sono rivolti al perfezionamento delle competenze soft, ai temi della sicurezza sui luoghi di lavoro e alla formazione dei formatori. Ha pubblicato libri sui temi della formazione, occupandosi delle metodologie innovative. Attualmente insegna presso la Facoltà di Psicologia dell'Università di Milano Bicocca.